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Le opere di

Tobia Ravà e Abdallah Khaled.

La collaborazione tra l’artista algerino Abdallah Khaled e Tobia Ravà, nasce quando l'agenzia pubblicitaria americana DDB invita i due artisti a eseguire un'opera grafica a quattro mani che poi è stata donata a tutti i loro clienti e ad organizzazioni internazionali come l'ONU e l'UNESCO. I due artisti fecero due bozzetti Scoppio di Pace ed Ere di Pace proposti come immagini apotropaiche, portatrici di positività ed energia salvifica.

Raffigurazioni di alcune opere

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Nella tempesta sulla stessa barca.

L’opera del 2013 come altre precedenti vede lavorare assieme Abdallah Khaled, artista algerino di cultura berbera e islamica da tempo residente in Italia, e Tobia Ravà, artista veneziano di cultura ebraica. Gli artisti dal 2002 ogni anno eseguono un lavoro pittorico o grafico a 4 mani anche per far vedere al mondo intero che un artista di cultura islamieseguono islamica può lavorare assieme ad un artista di cultura ebraica con profitto e serenità. Il lavoro: Nella tempesta sulla stessa ca barca, nasce dal fatto che i due artisti hanno voluto rappresentare le carrette dei mari, le barche o navi di recupero che hanno solcato e continuano a percorrere il Mar Mediterraneo in ogni verso.
Dopo il secondo conflitto mondiale erano gli ebrei in fuga dalla Germania nazista e poi dai campi di concentramento appena liberati, che attraversavano il Mediterraneo diretti verso la Terra d’Israele, osteggiati ai tempi, essendo allora ancora presente il mandato britannico in Palestina.
Al momento attuale sono le barche in fuga dal Nord Africa cariche di giovani per lo più africani che scappano da paesi in guerra o da pesanti carestie o da situazioni politiche difficili verso un’Europa ritenuta ora l’unico luogo pospaesi possibile dove la democrazia possa garantire un futuro di pace e tranquillità.
L’artista algerino Khaled esplicita nella sua pittura le angosce e i timori delle genti in fuga attraverso “Le paure” rappresentate dalle tre vacche muggenti al vento assise sulle barche e composte da simboli e segni della cultura parietale presentate delle grotte dell’Atlante come se fossero la storia che ogni uno di essi si porta dietro, in un DNA di soprusi subiti e storie famigliari imbevute di angosce passate nei secoli tra ombre e luci.
Tobia Ravà ci racconta un percorso di lettere e di numeri nel mare e nel cielo e sulla stessa barca, attraverso la ghemaTobia ghematrià o peso, il valore numerico delle lettere che compongono le parole nella lingua ebraica. Spiccano alcuni concetti trià come SHADDAY = onnipotente di valore 314 che ci rimanda al Pi greco o come 137 valore dell’inverso di costante di struttura fine, che rappresenta l’energia come l’equivalente KABBALAH che viene tradotta come ciò che abbiamo ricevuto, dal passato, in senso energetico e spirituale. Nel mare troviamo per esempio MAIM = acqua 90 o GAL = onda 33, o SUPHA = bufera 151. Nel cielo 376 valore di SHALOM = pace, con la speranza che questa parola possa essere il fine delle persone componenti l’umanità prossima ventura.
Un’esperienza esemplare è dunque la collaborazione tra Abdallah Khaled e Tobia Ravà, nata nel 2002 quando l’agenzia pubblicitaria americana DDB, in seguito al tragico evento dell’11 settembre 2001, li invita ad eseguire un’ogenzia un’opera a quattro mani per dimostrare la possibilità di dialogo tra culture diverse, che altrove si contrasto duramente. Dei pera due bozzetti "Scoppio Pace" ed "Ere di Pace", proposti come immagini apotropaiche, portatrici di positività ed energia , salvifica, venne scelto il primo in quanto rappresentava un evento deflagrante in positivo, quanto mai auspicabile in un mondo che si definisce civile; e ne venne tratta la grafica, poi donata a tutte le organizzazioni internazionali che si dovrebbero preoccupare di mantenere la pace nel mondo, come l’ONU e l’UNESCO. Da allora è iniziata la loro collaborazione attiva a mostre anche collettive ed eventi sul tema della pace tra i popoli, organizzati da PaRDeS in diversi spazi espositivi anche su temi di attualità ambientale e socio-culturale, il cui obiettivo è quello di condividere idee, saperi, esperienze, con artisti di origini e culture diverse, partecipando allo sviluppo della società civile. Da questa felice esperienza e bella amicizia sono nate in rapida successione molte altre opere a quattro mani, tra queste anche "Nella Tempesta sulla stessa barca" del 2013, "Con-fusione" del 2016, "Infiniti Relativi" del 2018 e "Esodo" del 2020, l’ultima realizzata a 4 mani. L’arte si dichiara in tal modo terreno di incontri sociali e di scambi culturali che prescindono dalle diverse appartenenze religiose e culturali.